Tra la fine dell’ottocento e la vigilia della prima guerra mondiale in Italia si assiste alla nascita e all’affermazione dell’industria cinematografica. Alcune tra le principali case di produzione hanno sede a Torino, città che proprio negli anni a cavallo dei due secoli si avvia a diventare il maggior polo industriale del paese.
Torino: carnevale del 1900, i baracconi e le giostre di Piazza Vittorio. Fra le curiosità, ecco il cinematografo.
È la sua infanzia, il primo esordio di fronte al pubblico di tutti i giorni. Gli impianti sono montati su un carrozzone e fuori l’immancabile fonografo:
“Si chiama il rispettabile pubblico! Avanti, avanti Signori! Approfittino del momento! Questo è il più elegante, il più vasto, il più igienico e il più simpatico di tutti i cinematografi!”
Torino è all’avanguardia: mentre l’operatore Roberto Omegna ed altri pionieri girano i primi documentari, sono aperti 11 locali: è il momento di fortuna del cinema italiano.
La casa del torinese Ambrosio produce continuamente film molto richiesti.
A Torino in quegli stessi anni arriva Giovanni Pastrone, un giovane eclettico e brillante, destinato a segnare in breve tempo la storia della nascente industria cinematografica. Nato ad Asti nel 1882, Pastrone coltiva passioni e competenze molto diverse tra loro.
Violinista e contabile, ma anche studioso di meccanica fisica e medicina, una disciplina alla quale si avvicinò dopo la prematura scomparsa della madre.
A Torino ha saltuari ingaggi da musicista e la ricerca della stabilità economica lo spinge ad accettare impieghi da ragioniere presso diverse ditte di commercio: avviene così il suo incontro con il mondo del cinema, nel 1907. È assunto come ragioniere dalla società cinematografica Carlo Rossi & C. È l’inizio di una folgorante carriera che si prolungherà per oltre un quindicennio. In poco tempo Pastrone diventa direttore artistico e amministrativo di quella che nel 1908 diventerà la Itala Film.
Eliminata l’instabilità delle immagini, il motto della casa diventa: “Fissità!”.
Alla fine del 1909 l’Itala Film produce “La caduta di Troia”, un film storico a lungometraggio. Si realizzano le prime scene di massa e i trucchi ad effetto. La macchina da presa dell’Itala Film abbandona i fondali dipinti per le riprese in esterni. Il cinema torinese è pronto per affrontare la produzione di un supercolosso a lungometraggio: “Cabiria”, un’impresa azzardata.
Fino ad allora l’industria cinematografica aveva offerto al pubblico soprattutto spettacoli d’intrattenimento relativamente brevi, concedendo poco all’estetica e alla durata dei film. Nel 1908 la lunghezza media di una pellicola è di poco inferiore ai 200 metri: “Cabiria”, che raggiungerà i leggendari 3.364 metri, è destinata a stravolgere per sempre questi parametri.
(Articolo tratto dallo speciale di Rai Storia, in onda su RaiPlay)